COMPARAZIONI

Gli effetti di munizionamento repertati, ossia i bossoli e proietti provenienti delle cartucce impiegate nell’evento criminoso, possono essere analizzati al fine di identificare l’arma o le armi con le quali è stato consumato il delitto.
Ogni arma nelle fasi di passaggio (caricamento ed espulsione) e sparo delle cartucce lascia su esse delle impronte caratteristiche. La formazione di queste impronte balistiche è determinata in particolare dalle pressioni generate dallo sparo e dal conseguente movimento degli organi meccanici dell’arma. Per effetto delle pressioni il bossolo viene premuto contro l’otturatore e le pareti della camera di cartuccia acquisendo una serie di impronte che
sono il calco in negativo della morfologia di queste superfici. A queste impronte se ne possono aggiungere altre che derivano dai cinematismi di funzionamento dell’arma, precedenti o conseguenti allo sparo.

Il proiettile, sempre per effetto delle pressioni, viene forzato all’interno della canna e può essere costretto ad impegnarsi nella rigatura. Lo stesso, prima di essere espulso, nel suo moto traslatorio o rototraslatorio (se è presente la rigatura) all’interno della canna, viene lateralmente solcato da una serie di striature, dette impronte di rigatura o di canna.

Tutte queste impronte sono da considerarsi una sorta di patrimonio genetico in quanto possono essere considerate uniche e caratteristiche di ogni singolo esemplare di arma. Ai fini investigativi il beneficio che ne deriva è la possibilità di utilizzare bossoli e proiettili repertati a seguito di un delitto per stabilire il numero e tipo di armi impiegate e, in particolare, accertare se essi provengano da un’arma sospetta.
L’identificazione balistica di un’arma viene compiuta effettuando l’esame micro-comparativo delle impronte presenti su bossoli e proiettili balistici, detto anche comparazione balistica. Lo strumento necessario per procedere ad una comparazione balistica è il microscopio
comparatore ottico, strumento che consente l’osservazione comparata di tutte le impronte l’arma nelle fasi di sparo e riarmo imprime sulle varie parti della cartuccia. Il microscopio comparatore consiste essenzialmente in due microscopi con identici obbiettivi collegati da un ponte ottico contenete una combinazione di prismi che convogliano le immagini ad un unico oculare. E' così possibile, osservando due oggetti separati (uno sotto ciascun obbiettivo), compararli visivamente nel medesimo campo portando in giustapposizione immagini di parti di ciascuno di essi. Gli oggetti esaminati appaiono in un campo visivo circolare diviso al centro da una sottile linea verticale, detta linea di comparazione. Il microscopio comparatore deve essere abbinato ad un sistema di acquisizione delle immagini analogico o digitale per poter documentare quanto osservato dall’esperto durante l’esame. Fonte: Scienze Forensi – Teoria e prassi dell’investigazione scientifica” di Massimo Picozzi e Alberto Intini – UTET (2009)